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La prima pietra della parrocchiale di S. Giovanni Nepomuceno fu posta il 14 maggio 1754, ma i lavori di rifinitura e di completamento si prolungarono fino al 1777 (data sul portale principale).
Le volte e i pennacchi dell’interno furono affrescati da Bartolomeo Zeni di Verona nel 1769: nel presbiterio raffigurò la SS. Trinità e i quattro Evangelisti con i loro simboli; nella navata S. Giovanni Nepomuceno in gloria, le quattro Virtù Cardinali con i loro simboli, i Santi Arcangeli, l’Angelo Custode; nella lunetta del presbiterio il martirio di San Vigilio.
È attribuita a Bartolomeo Zeni o a suo figlio anche la pala dell’altare maggiore, che ritrae la Vergine col Bambino, S. Giovanni Nepomuceno e S. Luigi Gonzaga.
Nei quattro angoli della navata Zeni raffigurò infine quattro Padri della chiesa, inserendoli in finte nicchie architettoniche con catino a conchiglia.
Nel 1790 la chiesa subì gravi danni a causa di un incendio. Venne subito riparata ed abbellita con l’inserimento dell’altare maggiore in marmo lavorato, trasportato dalla vecchia curaziale di S. Michele.
Fu consacrata solo il 14 agosto del 1837 dal vescovo Giovanni Nepomuceno Tschiderer. Per quell’occasione vennero eretti probabilmente i quattro altari della navata. Queste vicende sono riassunte in una epigrafe latina affrescata, posta sotto la cantoria.
L’organo, pur previsto nel progetto iniziale, fu inserito successivamente; la cassa reca tre date: 1754, anno di erezione della chiesa; 1837, anno di consacrazione; 1920, anno di nuovi lavori di restauro.
Infatti, tra il 1920 ed il 1921, la chiesa venne interessata da un ulteriore intervento decorativo che riguardò la zona del presbiterio. L’opera fu eseguita dal pittore mantovano Agostino Aldi, coadiuvato dallo stuccatore Pasquale Bianchi. Contestualmente venne restaurato anche il battistero.
Testo a cura dell' Associazione di Promozione Sociale "Il Chiese" - Foto: Lodron Fotoclub